GUIDA ALLA SCELTA DEL RIDUTTORE DI VELOCITÀ
Oggi parleremo, un po’ in generale, dei riduttori toccando due punti principali:
– Le basi per la scelta di un riduttore invece che di un altro (vite senza fine. ad ingranaggi, epicicloidali).
– Gli aspetti determinanti per il dimensionamento del riduttore.
Partiamo col dire che i riduttori si dividono in diverse famiglie:
– Vite senza fine
– Ad ingranaggi
– Epicicloidali
RIDUTTORI A VITE SENZA FINE
La riduzione avviene mediante una vite senza fine e una corona. Questi riduttori sono probabilmente i più diffusi sia per loro prezzo che per le loro dimensioni.
Si prestano a lavori dove non si necessita di coppie elevate e rapporti di riduzione molto importanti; anche se combinati con altri vite senza fine o con pre-coppie riescono comunque a risultare molto versatili e utilizzabili in svariati ambienti. Anche se il loro rendimento resta molto basso, i riduttori a vite senza fine, se confrontato a un riduttore ad ingranaggi, hanno il grande vantaggio che con un solo stadio di riduzione si riesce ad avere un ampio margine di rapporti dal 1:7,5 fino al 1:100 su tutte le grandezze.
RIDUTTORI AD INGRANAGGI
Includono quattro tipologie.
I riduttori coassiali: riduttori dove l’entrata del moto e l’uscita del moto si trovano sullo stesso asse.
Gli ortogonali: riduttori con almeno due stadi di riduzione e l’asse di entrata e di uscita non sono ne allineati ne paralleli.
I riduttori ad assi paralleli: sono quelli dove l’asse d’entrata de moto e di uscita sono tra loro paralleli.
I pendolari: predono il nome dalla tipologia di montaggio infatti sono riduttori costruiti per essere utilizzati su applicazioni che prevedono un montaggio pendolare.
I riduttori ad ingranaggi si può dire che sono i fratelli nobili della grande famiglia dei riduttori. La loro riduzione avviene mediante ingranaggi -a due o tre stati di riduzione, come ad esempio sui coassiali- questo ci permette di raggiungere sia rapporti di riduzione che prestazioni molto più importanti e soprattutto con un efficienza decisamente maggiore rispetto ai vite senza fine.
RIDUTTORI EPICICLOIDALI
Si dividono a loro volta in epicicloidali di potenza ed epicicloidali di precisione. Come ci suggerisce il loro nome, gli epicicloidali di potenza ci permettono di raggiungere prestazioni elevatissime mentre quelli di precisione hanno un utilizzo diverso: vengono impiegati cioè dove non è importante tanto la coppia quanto la precisione del riduttore.
Come si determina la scelta del riduttore?
Per la scelta di tutti i riduttori, indipendentemente da come avviene la riduzione, è necessario considerare alcuni punti:
– Nm (i newton metro) cioè la coppia massima in uscita.
– La velocità di uscita determinata dal rapporto di riduzione.
– Gli ingombri.
Valutare i Nm, cioè la forza che deve avere il nostro riduttore in uscita, è la prima discriminante che ci farà capire su che famiglia di riduttori dobbiamo orientarci: da qui parte tutto!
La velocità in uscita, ovvero quanti giri deve effettuare l’albero in uscita del nostro riduttore, viene determinato dal rapporto di riduzione. Anche qui le differenze tra una famiglia e l’altra di riduttori sono tante, ma anche le soluzioni e le possibili combinazioni sono molte. Pure questo aspetto risulta determinante nella scelta del riduttore.
Ed infine gli ingombri. L’ingombro del riduttore può sembrare un aspetto marginale ma è invece determinante nella scelta del riduttore, sia su applicazioni in fase di sviluppo ed ancora di più su progetti già esistenti.
Questi di fatto sono i tre fattori imprescindibili da cui partire per determinare il nostro riduttore. Come detto le combinazioni con i riduttori sono molteplici pertanto è possibile raggiungere lo stesso risultato attraverso diverse combinazioni.
Ci possono essere anche altre discriminanti come l’irreversibilità dei riduttori o il fattore di servizio che possono determinare la scelta del riduttore ma di questi ne parleremo nelle prossime settimane.
Contattaci e ti aiuteremo a scegliere il tipo di riduttore migliore per la tua applicazione!
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