METODI DI RAFFREDDAMENTO DEI MOTORI ELETTRICI: L’AUTOVENTILAZIONE E LA SERVOVENTILAZIONE
I motori elettrici asincroni in esecuzione standard devono rispondere alla NORMATIVA SULLA VENTILAZIONE CEI EN 60034-6 E IEC 34-6 “METODI DI RAFFREDDAMENTO DELLE MACCHINE ELETTRICHE”, all’interno della quale troviamo la classificazione dei diversi metodi di raffreddamento dei motori elettrici.
Noi ora prenderemo in considerazione solamente i tre casi più frequenti nell’ambito di motori asincroni trifase o monofase, i quali sono così codificati: IC410; IC411 e IC416.
Prima di approfondire le tre classificazioni, chiariamo un concetto apparentemente molto semplice che può tuttavia essere oggetto di equivoco:
QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA MOTORE ELETTRICO AUTOVENTILATO E SERVOVENTILATO?
- Nel primo caso il motore elettrico nasce con una ventola calettata sull’albero motore, la quale movimenta l’aria attorno alla cassa del motore sfruttando la rotazione dell’albero stesso.
- Nel secondo caso la ventilazione è affidata ad un ventilatore supplementare montato posteriormente al motore stesso e che può essere alimentato indipendentemente.
Passiamo ora ai codici dei metodi di raffreddamento.
METODO DI RAFFREDDAMENTO IC410
Il motore elettrico che rientra nella classificazione IC410 è un motore con assenza totale di ventilazione superficiale esterna; il motore dissipa il calore tramite un normale irradiamento.
Di norma il motore con ventilazione naturale può essere impiegato per cicli di funzionamento di durata limitata o estremamente periodici. Con tale classificazione di raffreddamento il servizio previsto come standard è S2 10 min o S3 10%.
E’ possibile comunque realizzare motori senza ventilazione in servizio S1. In questo caso però la potenza, a parità di grandezza di motore, si riduce a circa 1/3 rispetto al motore auto ventilato della stessa grandezza.
METODO DI RAFFREDDAMENTO IC411
In questa classificazione rientrano i motori elettrici standard in servizio S1 (il motore, una volta partito, lavora con un carico costante e può funzionare per un tempo illimitato).
L’auto ventilazione si ottiene tramite una ventola calettata sull’albero motore, posizionata nella parte posteriore del motore.
La ventola, sfruttando la rotazione dell’albero motore, movimenta l’aria a ridosso della carcassa del motore stesso, permettendo così un’azione raffreddante della cassa.
Per il motore auto ventilato, come d’altra parte per quello servoventilato, bisogna prestare molta attenzione affinchè la griglia del copri ventola non venga ostruita da polveri o residui che si possono depositare durante il funzionamento. E’ necessario altresì assicurarsi che il motore auto ventilato non venga installato all’interno di una macchina dove non ci sia ricircolo d’aria.
In entrambi questi casi potrebbe esserci il rischio di compromissione del corretto funzionamento del motore.
METODO DI RAFFREDDAMENTO IC416
Il motore servo ventilato (IC416) è un motore in esecuzione standard al quale è stato montato, al momento dell’assemblaggio o anche successivamente, un kit di ventilazione forzata. Il ventilatore supplementare è disponibile sia per motore monofase che trifase, e può essere alimentato direttamente dal motore o tramite una morsettiera separata. In quest’ultimo caso la velocità di rotazione e la portata d’aria sono indipendenti dalla rotazione dell’albero motore.
Il motore servoventilato è consigliato per:
– applicazioni con controlli elettronici quali Inverter
– motori funzionanti sotto carico a basso numero di giri (6 – 8 poli)
– motori particolarmente sollecitati per i quali non è possibile determinare con certezza un ciclo termico
– macchine o impianti in ambienti ad alta temperatura, per cui sia necessaria una ventilazione più efficace per mantenere il motore entro il limite di temperatura consentito.
Per qualsiasi domanda rimango a vostra disposizione
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